... macchecciazzecca Giorgio La Pira ?
Un passo per volta.
Un viaggio in macchina, soli con il proprio figlio, è una delle occasioni migliori per alimentare un dialogo tra generazioni che troppo spesso, con la vita che facciamo, stenta a decollare.
Mi è capitato di recente, in una occasione del genere, di cercare di convincere mio figlio - fresco di studi, praticantato-in-corso e alle prese con la impostazione di un costruendo studio di commercialista - della necessità di "seguire strade nuove", non limitarsi a fare "quello che fanno tutti gli altri studi commercialisti", e - ad esempio - cercare di sfruttare appieno ("to exploit" direbbero gli Inglesi". Come mi piace!) le tecnologie informatiche: soprattutto, nei rapporti con i clienti e gli altri studi professionali collegati (notaio, avvocato, ecc.), quelle del Web 2.0 e della cosiddetta Web collaboration.
L'effetto non è proprio stato quello che mi aspettavo da un figlio che passa dietro ad un PC e a Internet anche buona parte del tempo libero: "Guarda che i clienti dello studio dove faccio pratica non accetteranno mai di utilizzare queste cose. Sarebbe solo tempo perso e fatica sprecata". Ed io giù a cercare di spiegare che quello che oggi "sembra" statico, faticoso da avviare, difficile da realizzare, un motore che non parte insomma, domani potrebbe avviarsi e con un processo così rapido da lasciare fermo al palo chi non si è mosso per tempo ed è rimasto "alla tradizione".
Ricordo che alla fine del "corso base" per l'assunzione in IBM (era il 1973 e avevo l'età di mio figlio) chiesi all'allora direttore generale Cacciavillani: "Ormai tutte le aziende hanno già un computer. Sembra proprio che il mercato sia saturo. Non crede che sia diventato difficile per IBM continuare a fare gli affari del passato?". Solo pochissimo tempo dopo, lavorando in quella grande multinazionale, mi resi conto di quanto cretina era stata quella domanda e di quanto "visionaria" era stata la secca risposta di Cacciavillani: "Amico mio, siamo ancora al palo di partenza. La corsa è appena cominciata".
Il problema, nel giudicare "quello che accade" e nel prevedere "quello che accadrà", è - secondo me - nell'ampiezza della "finestra temporale" attraverso la quale valutiamo "quello che è accaduto già". In un giovane questa finestra è necessariamente piccola e tutto appare statico, fermo.
E' vero: soprattutto nelle imprese è importante la tattica, cogliere le opportunità, essere così versatili da sfruttare i momenti favorevoli - sempre brevi - ed evitare quelli sfavorevoli, ma per fare questo è necessario arrivare preparati ad ogni cambiamento. Senza una visione ampia (strategica?) della "direzione in cui si muove il mercato" questo non è possibile.
"Figlio mio, non devi fare tutto oggi. Forse è prematuro. Ma devi essere attento e pronto a farlo con grande rapidità non appena ti accorgerai che il momento è arrivato".
Il mondo dell'informatica - e così quello di tutte le altre imprese - non è un mare in bonaccia. Nel passato ha visto sollevarsi spesso onde piccole - appena delle increspature della superficie - e talvolta onde gigantesche.
Chi ha qualche anno di ICT sulle spalle (come me, purtroppo) ha vissuto fenomeni transitori, quasi delle mode, le discussioni sui quali (oggi faremmo dei forum) sono durate al massimo qualche anno (ricordate i linguaggi di programmazione innovativi come l'APL o il momento dell'Intelligenza Artificiale: AI per gli amici ?). Quanto influiscono oggi nell'ICT dell'impresa?
Poi ci sono state onde più alte, che ancora oggi sostengono il mare dell'informatica aziendale: che ne dite dei Data Base relazionali e dell'SQL? pane quotidiano, quasi non si nota, per chi vive l'IT oggi ... eppure fu un'onda sorprendente.
E infine dei veri "tsunami": il PC ad esempio.
In lBM, che praticamente lo introdusse sconvolgendo un mercato non ancora nato, a parte pochi "visionari" che avevano capito la portata rivoluzionaria dell'evento, la maggior parte del management "non ci credeva" e pensava di poter controllare quel fenomeno (anche commercialmente) ... come aveva sempre fatto in passato: ILLUSI !
E quell'altro tsunami: Internet e il World Wide Web.
Quante volte ho sentito dire: è un fenomeno che passerà. Una moda. Come l'APL.: IDIOTI ! Se avessero guardato gli eventi con una finestra temporale abbastanza ampia si sarebbero accorti, non dove, ma almeno "in quale direzione" andava l'informatica.
I segni già c'erano: il CMOS e la miniaturizzazione dell'elettronica, i costi che precipitavano, le comunicazioni che convergevano con l'IT, il passaggio cruciale "da-analogico-a-digitale", l'interesse dei giovani per queste tecnologie, il gioco il cinema e la musica che iniziavano ad utilizzarle, ... era chiaro che, prima o poi, quella che oggi si chiama ICT ... sarebbe finita nelle tasche di tutti.
E La Pira?
Giorgio Pira l'ho incontrato tre o quattro volte con i giovani dei "suoi" villaggi della Vela e del Cimone. Ero giovanissimo e mentirei se affermassi che l'ho "conosciuto". Ho capito dopo, molto dopo, cosa c'era dietro a quel suo sorriso: OTTIMISMO.
Quando era sindaco di Firenze c'era ancora la guerra fredda e la paura di una guerra nucleare era vissuta anche in famiglia. Ma lui aveva una "visione". Aveva "guardato" la storia dall'alto e aveva capito "in che direzione" si muoveva l'umanità: verso un mondo di pace, di solidarietà e di amore.
Ma - direte voi - e Alessandro Magno, Cesare, Napoleone, Hitler, Stalin, Krusciev, Kennedy ?
... Solo "increspature" sulla superficie della storia.
P.S. Se volete saperne di più su questo strano e straordinario personaggio ...
(dalla Newsletter CBT "nonsolobytes" N 15 - ottobre 2007)
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