domenica 30 maggio 2010

Il Cavour: duecentoquaranta metri di tecnologia

"Versatilità strategica e flessibilità tattica" ...
... proprio quello che serve, oggi, all'ICT aziendale.


In una delle nostre precedenti, innumerevoli, vite abbiamo avuto la ventura di fare il ... marinaio!
E siccome - come diceva un nostro caro amico - "tu puoi lasciare la Marina, ma la Marina non lascia te", riusciamo a godere talvolta di privilegi riservati a pochi.

L'ultimo è stata una visita - guidata dal Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio Paolo La Rosa - alla nave ammiraglia della flotta Italiana: La Portaerei Cavour. ... Nave Cavour. ... "Il" Cavour.
"Il" sì!. Perché forse non sapete che, anche se è "una" nave - anzi: "una" portaerei -, le navi da guerra è tradizione che vengano chiamate con il nome al maschile.
E questa tradizione continua, anche se oggi la Marina ha tanti marinai, sottufficiali e ufficiali "donne".
... Ed è una cosa che ci rallegra il cuore. Insieme alla speranza che le navi da guerra servano soprattutto a tenerla lontana e, nel frattempo, a perseguire obiettivi "civili" e "umanitari" come quelli che l'hanno resa famosa in occasione di tante catastrofi, non sempre "naturali".

Come nella missione "Boat People" che, trent'anni fa (Andreotti rege imperante e Zamberletti alla Protezione Civile), impegnò l'ottavo Gruppo Navale Italiano nel Mar Cinese.
Portarono in salvo a Venezia quasi mille profughi Vietnamiti che sfuggivano al massacro, in balia delle onde, su "carrette del mare" peggiori di quelle che oggi affollano il Canale di Sicilia.

L'operazione era "delicata". Doveva essere chiaro - pensiamo - che non rappresentasse una partecipazione militare, schierata su una delle posizioni in lotta.

Quando le nostre navi incontravano una di quelle "carrette" veniva letto agli occupanti (tradotto da Padre Filippo in vietnamita) questo messaggio:

"Le navi vicine a voi sono della Marina militare dell'Italia e sono venute per aiutarvi. Se volete potete imbarcarvi sulle navi italiane come rifugiati politici ed essere trasportati in Italia. Attenzione, le navi vi porteranno in Italia, ma non possono portarvi in altre nazioni e non possono rimorchiare le vostre barche. Se non volete imbarcarvi sulle navi italiane potete ricevere subito cibo, acqua, assistenza e medici. Dite cosa volete fare e di cosa avete bisogno".

Facciamo fatica a non emozionarci a rileggere quel messaggio.
Tutti scelsero di venire in Italia.

Tante altre ne sono seguite, di missioni del genere: Somalia, Libano, Mar Nero, Albania (l'operazione "Pellicano" la ricordate certamente) ... ma torniamo al Cavour! Alla sua "versatilità strategica e flessibilità tattica" e all'analogia con l'IT aziendale in tempi di mercato globale, competitività estrema e, oggi, di crisi.

E' una nave "da guerra" ma che ha - già nel progetto - una vocazione "umanitaria" e "diplomatica". E' come se il Cavour volesse "avvicinare", unire e non dividere.

Cerchiamo di spiegarci meglio ...
Il "modello" su cui è stata progettata è il Garibaldi, l'altra "più piccola" portaerei Italiana, ed è stata realizzata da Fincantieri sotto la guida dei bravissimi ingegneri della Marina (... se la "sliding door" si fosse chiusa un attimo dopo avremmo potuto esserci anche noi tra quelli).
Ma non ci si è limitati a "gonfiare" le misure, a "pantografare" i disegni. Sotto il ponte di volo - 240 metri per 40 - è stato "aggiunto" un ulteriore ponte, completamente insonorizzato anche quando "al piano di sopra" decollano o atterrano quei rumorosissimi aerei STOVL ("Short Take Off & Vertical Landing).

Ci sono gli ampi locali della Centrale Operativa (il "cervello" della nave, dove il Comandante Gianluigi Reversi può avere il completo controllo di "tutto-proprio-tutto") e ... una vera cittadella di ampi locali per gli scopi più disparati.

In realtà si tratta di locali ridimensionabili e riconfigurabili, dotati di tutto ciò che può servire in missioni ... di pace.
Sì! anche di guerra - se necessario - ma, se li vedeste come li abbiamo visti noi, capireste subito che sono "nati" anche per ospitare giornalisti, personale diplomatico, rappresentanze di altre nazioni, profughi - se serve -.
Non a caso (e se non abbiamo capito male) era stata scelta per ospitare le rappresentanze del G8 ed i giornalisti quando ancora si pensava di svolgerlo in Sardegna, a La Maddalena.

La tecnologia impera e quella "informatica" la fa da padrona. Parte dei locali sono già attrezzati con apparecchiature informatiche e parte sono predisposte per ospitare personale dotato di proprie apparecchiature (giornalisti o diplomatici non si ... fidano mai della macchina altrui). C'è "tuttoquellocheserve"! dalle prese di corrente, alle stampanti, alla connettività Internet (sicura, ovviamente!), anche in navigazione in mezzo all'oceano.


Anche l'ospedale di bordo è dotato di tutto (TAC e tele-medicina compresa) e l'unica cosa che ci fa ricordare di essere su una nave da guerra è (sigh!) l'ampiezza dei reparti per ustionati.

Oltre ai circa 500 membri dell'equipaggio, il Cavour può ospitare altre 1.500 persone, in condizioni di normale, ottima, abitabilità. Ma se dovesse servire per una evacuazione di emergenza - ne siamo certi - potremmo mettercene dentro tanti e tanti di più. Migliaia.
Con i suoi giganteschi elicotteri (in grado di decollare ,contemporaneamente, 6 per volta dalle altrettante piazzole) può imbarcare o sbarcare centinaia di persone contemporaneamente.

Se siete pessimisti pensate allo sbarco di soldati, ma se siete ottimisti come noi, pensate a quante persone - in caso di catastrofe o di conflitto - possono imbarcarsi e portarsi in salvo ... in tempi strettissimi.

Questo vuol dire "versatilità strategica". E la rapidità con cui si può adattare ai diversi eventi è la "flessibilità tattica".

Questi termini li ha usati l'Ammiraglio La Rosa illustrandoci le caratteristiche del Cavour.
Noi, in passato, li abbiamo impiegati (proprio questi! forse lo ricordate) per suggerire ai CIO le caratteristiche da ricreare nell'organizzazione del suo Data Center e, soprattutto, nelle sue soluzioni applicative in un mondo globalizzato, di feroce competizione o, come quello di oggi, di crisi economica.

Virtualizzazione dei server, virtualizzazione dello storage, SOA, Business Rules management, Workflow management, Document management, ...

Versatilità e flessibilità, appunto!

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