mercoledì 23 aprile 2008

2 + 4 = 4 ... Brevettato!


Tra un po' ci diranno che 2+2=4 è stato brevettato e che, se proprio ne avete bisogno, voi potete fare 2+2=4,00000001 e che, se proprio volete che faccia quattro, ... dovete pagare delle royalties a qualcuno.

La notizia [Zeus News - 14 Aprile 2008], che ha risvegliato in noi giovanili furori, è di quelle che di solito passano inosservate e parla di un "brevetto".
L'argomento "brevetti", a partire dal caso Meucci-Bell, fa sempre aumentare a dismisura la nostra, ormai cronica, gastrite e ci ha spinto a considerazioni che esulano dal caso specifico e che abbiamo voluto sintetizzare in questa news. Leggetela fino in fondo, se vi interessa l'argomento:

"Satellite abbandonato a causa di un brevetto
Il satellite Amc-14 non può essere salvato
perché la procedura per il recupero è brevettata.
Verrà quindi fatto schiantare"


Questo il "nucleo" della notizia di Zeus News:

"Ses Americom, la più grande azienda di satelliti commerciali, ha perso uno dei suoi satelliti, Amc-14.
Lanciato in marzo, non è riuscito a posizionarsi nell'orbita geostazionaria prevista e si è quindi rivelato inutile.

La compagnia, ... avrebbe voluto salvarlo riposizionandolo nell'orbita corretta ma, non appena elaborato un piano, ha scoperto che quel sistema era già stato brevettato dalla Boeing: per poterlo utilizzare, quindi, dovrebbe quantomeno pagare.
Il piano prevede ciò che in termine tecnico è chiamato "lunar flyby", ossia una procedura che comporta il passaggio intorno alla Luna: proprio questo processo è protetto dal brevetto registrato da Boeing.

Probabilmente Ses Americom pagherebbe anche quanto dovuto se non fosse che, per sfortuna, ha già un contenzioso legale aperto con Boeing, relativo ad altre faccende. ...
... Ses Americom ha deciso per la distruzione."

Gli altri dettagli della notizia, relativi all'assicurazione del satellite e a cosa potrebbe fare l'assicuratore, non ci interessano.

Ci interessa invece questo fatto (riportato sempre nella notizia citata):
"... A completare il quadro spicca il fatto che il brevetto detenuto da Boeing non avrebbe un gran valore, secondo gli esperti: non reggerebbe se portato dinanzi a una corte, e poté essere registrato solo per l'incompetenza dell'ufficio brevetti"
Tutto ciò non ha però più alcuna importanza, considerato che lo schianto del satellite è previsto entro pochi giorni."

Per rendere la cosa più chiara aggiungerò alcune informazioni importanti che la notizia non riporta:

E' possibile far viaggiare un oggetto nello spazio utilizzando quantità minime di combustibile, sfruttando la forza di gravità dei corpi celesti. Si può viaggiare nel nostro sistema solare - come è illustrato chiaramente in un bellissimo articolo di "Le Scienze" di un annetto o due fa (se non ricordo male) - ... quasi gratis.
Capite bene! Non si tratta di andare, a caso, dove gli altri pianeti ci portano, ma decidendo "noi" dove vogliamo andare e calcolando quale (di solito "strano") percorso ci conviene di più.

E' su queste teorie (consolidate, non fantasie) che si basano i lunghi viaggi interplanetari delle sonde scientifiche (ricordate l'"effetto fionda" intorno a Giove?) e anche la "procedura" di "lunar flyby" che si sarebbe potuto utilizzare se ... non fosse stata brevettata!

Sì! E' proprio come se avessero brevettato ... una legge fisica.
Capirei se avessero brevettato uno specifico software che la utilizza ... ma non sembra questo il caso.

Ma vi rendete conto?!? Un imbecille di un ufficio brevetti accetta la richiesta di brevetto, non di un software specifico, o di un prodotto, o di una procedura di fabbricazione, ma ... del fatto che un software utilizzi "quella legge fisica". Un po' come se, brevettato il fornello a gas che sfrutta il calore per far bollire l'acqua degli spaghetti, voleste impedire agli altri di generare calore con un fornello elettrico o un focolare a legna.

Niente spaghetti se non paghi le royalties!

Come dicevamo all'inizio la nostra gastrite peggiora con queste notizie e, quasi sempre, quando si parla di brevetti rilasciati a vanvera o marchi registrati da "firme" famose.

Soprattutto questi ultimi!

Capiamoci bene! non abbiamo nulla contro la "protezione" di un vero lavoro creativo (spesso lungo, faticoso, rischioso, intelligente, originale) da chi vuole sfruttarne il prodotto - copiandolo - senza perdere tempo, faticare, rischiare, impegnare i propri neuroni e la propria originalità.
Ben vengano la SIAE e tutti gli enti preposti alla difesa di brevetti e marchi ... purché lavorino con coscienza e non si limitino a proteggere i più forti e famosi.

Ce l'abbiamo, invece, con chi vuole solo proteggere un lavoro che in altro non consiste se non nella "selezione" (o "scelta", come preferite) tra i prodotti - di solito: profumi, progetti, disegni di moda, vestiario, scarpe, ecc. - prodotti da uno stuolo di giovani e vecchi - creativi davvero, loro! - talvolta sottopagati.

Questo sì ... questo no! Su questo metto la mia "firma" e su quello no. Ecco il lavoro di queste B.R.A. (Braccia Rubate all'Agricoltura) che tanti di noi amano far diventare miliardari, pagando mille quello che è costato dieci.

Senza contare che, con questa - da noi odiata perché malintesa - globalizzazione, quelle idee si trasformano spesso in prodotti (costosissimi, nelle nostre boutique) grazie alle braccia di persone che hanno il solo difetto di preferire una misera tazza di riso alla morte per inedia.

Sapevate che le vostre costose magliette "firmate" sono quasi sempre prodotte a pochi centesimi in India, Pachistan, Cina, ecc.? Crediamo di sì.

Forse non sapete invece che ne vengono ordinate - diciamo - 10.000.
Ne fanno produrre (tanto non costano quasi niente!) 15.000.
Ne vengono "scelte" (le migliori, immaginiamo, ma non ne siamo per niente convinti) le 10.000 richieste e le altre (spesso altrettanto belle e buone ... ma non "firmate" ... anche se hanno già la loro bella targhetta "originale") vanno ad alimentare un "giro" di prodotti "cosiddetti taroccati".
Questi fanno vivere qualche altro centinaio di persone (di solito venditori, su eBay o altri mercati online), fanno pubblicità al marchio "riconosciuto" e costoso ma ... fanno andare in galera il povero disgraziato che le vende ... perché ... perché chi ha scelto le 10.000 (ordinandone 15.000) non si è neppure preoccupato di far distruggere l'eccedenza o, almeno, di far staccare le targhette (originali anche quelle).

Le cosiddette "perizie tecniche" effettuate presso le nostre dogane sono effettuate, talvolta, da "esperti" inviati dai titolari degli stessi marchi e si limitano a verificare, non la qualità del prodotto (se lo dicono, a nostro avviso, sono balle!) ma solo che il canale di importazione non sia quello ufficiale.

Ma lo volete proprio comprare questo prodotto "firmato"? Noi no.

Il tema è particolarmente delicato, ce ne rendiamo conto, e non vogliamo essere fraintesi:
Un quadro uguale ad un Van Gogh (ma fatto da chi Van Gogh non è) NON è un Van Gogh!

E' anche la nostra opinione e non solo la vostra ... ma una maglietta prodotta dalla stessa ditta che produce quella firmata, con la stessa qualità di lavorazione, con una etichetta altrettanto autentica, E' - sempre secondo noi s'intende - "una maglietta autentica" e se il titolare del marchio non desidera che venga immessa sul mercato, deve essere compito suo evitare che succeda (accordarsi con la fabbrica per la distruzione delle eccedenze, numerare le etichette, mettere in piedi un processo di verifica che non ci siano abusi). Se non ci sono processi stabiliti e scritti ... a cosa servono gli attestati di qualità ISO 9001 e compagnia cantando?

Del brevetto delle cellule e degli altri prodotti (vegetali, animali, ... umani) dell'ingegneria genetica non possiamo parlare per mancanza di spazio ... e timore di una morte prematura per emorragia gastrica.

Per chi vuole saperne di più sul satellite abbandonato: ecco qui il link a Space-Travel


Orario o antiorario?


In che senso gira?


La ballerina sta ruotando in senso orario o antiorario?


La risposta giusta, in questo caso, non c'è. E non c'è nessun trucco!
... Dipende tutto da come usate la testa! da quale dei due emisferi del vostro cervello, destro o sinistro, domina sull'altro.

Se la vostra risposta è : IN SENSO ORARIO ...

... in voi prevale la parte sinistra del cervello, la parte dedicata alla logica, all'attenzione per i dettagli, al linguaggio, alla scienze che si basano su studi empirici, pratici, di comprensione, conoscenza e apprendimento.

La stessa che si occupa di preparare strategie, la parte più pratica di voi.

Per farle invertire rotazione, provate a lasciarvi andare un po' di più, date più spazio alla parte che si occupa di immagazzinare e gestire le immagini e liberate la fantasia e le emozioni.

Se la vostra risposta è : IN SENSO ANTIORARIO ...

... in voi prevale l'emisfero destro, la parte che generalmente svolge le funzionalità che si avvicinano di più al vostro essere impulsivi, la percezione delle sensazioni, alla visione di insieme, all'immaginazione.
Quella che gestisce la vostra percezione dello spazio, le vostre fantasie, l'impeto e il prendersi dei rischi.

Se volete vedere l'immagine girare in senso opposto il consiglio è di provare a concentrarvi di più, a porre più attenzione ai particolari dell'immagine.


mercoledì 12 marzo 2008

Internet, bufale e catene di santi e fanti

Ma sono davvero buontemponi?

Chi non ha mai ricevuto da un amico una e-mail, magari con delle bellissime immagini (3 Mega di roba?) e frasi "strappacore" di amicizia universale, con invito a farla circolare a tutti i propri conoscenti (invito talvolta perentorio e con minacce di jella assicurata in caso di mancata raccolta dell'invito stesso) metta il dito qui sotto.

Ricordate tutti, certamente, la bufala dei "gatti bonzai". Crudelmente allevati in una bottiglia per mantenerli di piccole dimensioni! Sollevò indignate grida di protesta in tutti gli animi gentili. Ne parlò anche la televisione, prima che venisse fuori che era una panzana!

La forma in altri casi è diversa. Talvolta è un appello umanitario angoscioso, lanciato magari da una bambina gravemente malata di cancro (che ne dite della "Danza Lenta"? che gira da diversi anni in rete ed è stata recentemente arricchita di belle immagini di fiori e dell'involontaria sponsorizzazione del Prof. Alessandro Cicognani del S. Orsola di Bologna?).

Qualche altra volta assume invece il carattere di una "opportunità di guadagno facile" che non ci dobbiamo lasciar sfuggire; come nel caso seguente:

"Cari Amici,
Leggete questa lettera ed agite velocemente. Io vi invio questa lettera, in quanto tale informazione mi è stata inviata da un professionista e caro amico. La Microsoft e Aol al giorno d'oggi le più grandi compagnie della rete, per assicurare ad Internet Explorer il posto di programma più usato, hanno testato la versione beta di questo programma.
Quando invierete questa lettera ai vostri amici, Microsoft la controllerà (sempre che essi usino Microsoft Windows) x 2 settimane. Microsoft vi pagherà 245 dollari per ogni persona a cui manderete questa comunicazione. Microsoft pagherà 243 dollari per ogni vostra lettera forwardata e ... ... "

Questa è una delle più grossolane bufale che abbiamo visto girare in rete eppure un mio carissimo amico, ufficiale di gran valore e non comune intelligenza, non ha esitato a girarla ... ad un centinaio di amici, colleghi e conoscenti, aggiungendo "... chissà se è vero, ma nel dubbio vi metto al corrente e provate".

"Sì, è la solita catena di Sant’Antonio. - scriveva quasi due anni fa di questa "bufala" (era già vecchia allora!) Marco Gatti su Week.it - ... (omissis) ... La pubblico, sgrammaticature comprese, perché non è un’email di uno sconosciuto, ma un numero recente della newsletter di Franco Abruzzo, presidente dell'Ordine lombardo dei Giornalisti nonché (la definizione è sua) grande storico del giornalismo. ...".

Ebbene sì! non solo un Ammiraglio, ma anche il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti c'era cascato.

Ma chi mette in giro queste fole (talvolta artisticamente belle e spesso deamicisiane) è davvero un buontempone? Il dubbio ha serpeggiato da sempre nella nostra mente.
Soprattutto quando si vedono girare in rete presentazioni PowerPoint di oltre 4 Megabytes!

In tanti anni che osserviamo il fenomeno (e lo subiamo), una risposta "vera" non siamo stati capaci di trovarla. Interesse a "caricare" la rete di bit inutili certo lo hanno tutti quelli che vogliono vendere banda (e ne hanno a disposizione, ovviamente).
L'interesse a "sovraccaricare" la rete con gli stessi bit inutili lo hanno coloro che vogliono rendere difficile la vita ai navigatori o ... a danneggiare i fornitori di banda che non possono ampliare la loro offerta?
Gli autori potrebbero essere quegli stessi, perversi, creatori di virus e worm i cui interessi sono da ricercare o tra quelli dei punti precedenti o ... in qualche studio di psichiatria.

Crediamo che se ci fosse stata una "ragione" chiara (economica, politica o di altra natura) ... sarebbe venuta alla luce (pur lasciando ignoti i reali autori). Il fatto che questa "ragione ragionevole" sia rimasta per tanti anni oscura ci porta a pensare che ... si tratti proprio di malati mentali!
Sadici psicopatici? Esaltati con mania di protagonismo? Frustrati mitomani? Comunque li vogliamo definire, questi "unabomber informatici" non li sopportiamo proprio più ... anche se abbiamo un ADSL velocissimo. Indovinate un po' come la pensano quelli che la posta la scaricano a 56Kbit perché sono "digitalmente divisi" !!!

O forse qualcuno di voi lettori ha individuato chiaramente (o crede di averlo fatto) le ragioni di questi comportamenti?

Se sì, vi preghiamo, metteteci al corrente! Abbiamo un odio particolare per le domande senza risposta.
Intanto, vi preghiamo, prima di girare una e-mail che ... vi "chiede di essere girata" ... fate un salto sul blog di Paolo Attivissimo (giornalista informatico e cacciatore di bufale - come si definisce) http://attivissimo.blogspot.com , mettete sul campo di ricerca un "pezzetto" significativo del messaggio sospetto e ... vedete il risultato.

Se il messaggio era "sospetto" scommettiamo 100 a 1 che scoprirete la "bufala".

P.S. Se dimenticherete il sito di Attivissimo, usate Google alla stessa maniera. Scommettiamo sempre 100 a 1!


(dalla Newsletter CBT "nonsolobytes" N 18 - Gennaio-Febbraio 2008)



Galilei, Wikipedia, Ratzinger e la Sapienza di Roma ...

... ovvero: come rimettere in discussione tutte
le vostre certezze scientifiche ...
e anche di più


In una newsletter di un paio di mesi fa abbiamo manifestato il nostro "affetto" per Wikipedia, di fronte all'attacco di Knol, l'enciclopedia di Google prossima ventura.

Uno dei ragionamenti che ci sembrava più convincente era l'affidabilità di una fonte "democratica e anonima" ed il senso di sicurezza che dava al lettore, a confronto con le fonti "multiple e firmate" di Knol e l'incertezza che potevano generare.


Oggi, "sfogliando" Wikipedia - come siamo soliti fare spesso - abbiamo avuto la riprova che ... nessun ragionamento è mai totalmente giusto e senza riserve. Questo accade soprattutto, lo potete immaginare, quando trovate chi sostiene tesi che contrastano con le vostre idee. Soprattutto quando queste sono state "consolidate" da anni di formazione (leggi: scuola e università) ed esperienza.

Galeotti, stavolta, sono stati la "voce" Wiki di "Galileo Galilei" e l'articolo di Enrico Bellone, su "Le Scienze" di febbraio intitolato "Scienza, metodo e natura". L'idea "consolidata" è stata quella del "metodo scientifico" e del rapporto tra chiesa e scienza.


Su quest'ultimo argomento - ci sembra corretto metterlo subito in chiaro - le nostre opinioni sono quelle di un "umano credente" (e cioè pieno di dubbi) ma che ritiene che la scienza (e anche la politica, l'economia, la sociologia, ecc.) debbano avere le loro regole e non debbano "dipendere" dalla religione.

Di un "laico" insomma che aborre ogni fondamentalismo religioso: la morale, l'etica Cristiana può essere predicata ma non imposta. Si può avanzare verso un mondo migliore convincendo e non vincendo; con la pazienza e non con l'arroganza di chi ritiene di detenere l'unica "verità".

Se poi, come nel nostro caso, la razionalità della scienza - libera di esprimersi senza limiti se non quelli dell'etica universale - viene inquadrata in una "ragione superiore" ("La fede non cresce a partire dal risentimento e dal rifiuto della razionalità, ma dalla sua fondamentale affermazione e dalla sua inscrizione in una ragionevolezza più grande." - Parma 15 Marzo 1990, discorso del Cardinale Joseph Ratzinger) è un fatto personale - a nostro modesto avviso - e non può, né deve, essere imposto.


E' un tema pesante, che ci fa riflettere sui recenti eventi della Sapienza di Roma e sugli articoli del quotidiano della CEI sull'evoluzionismo e sul "creazionismo" ... ma che esula dagli scopi di una news.

Torniamo quindi a Wikipedia, all'articolo di Bellone, a Galileo Galilei ... e alle nostre certezze o convinzioni rimesse in discussione.
Intanto credevamo (ce l'hanno insegnato a scuola!) che quella di Galilei fosse stata una rivoluzione (parliamo del "metodo scientifico") e che la Scienza precedente fosse una scienza con la s minuscola.
Nulla di più sbagliato, secondo Bellone.
Anche Aristotele - lo stesso Galilei lo aveva fatto notare - fondava il pensiero scientifico su quelle "sensate esperienze" e sulle "certe dimostrazioni" che sono la base del metodo sperimentale di Galileo Galilei.
Quelle stesse "sensate esperienze" e "certe dimostrazioni" sono, secondo Bellone - ma è difficile essere in disaccordo -, "gli invarianti dell'evoluzione culturale umana ... il solo studio del metodo galileiano [non è] di per sé sufficiente per capire la natura della scienza, lasciando ai cosiddetti tecnici la noia di far scienza della natura.
Galilei, infatti, non ha mai scritto un libro sul metodo, ma ha fatto scienza. Era un filosofo naturale, non un tecnico".


Per capire meglio siamo andati a guardare cosa dice Wikipedia di Galilei.

Leggendo la sua biografia abbiamo notato qualcosa che strideva con i nostri radicati convincimenti e ... ci hanno fatto riflettere su quel senso di sicurezza sulle fonti cui abbiamo accennato parlando di Knol e di Wikipedia.

Era chiaro che il testo su Galilei, nella parte della biografia che descrive il suo rapporto con la chiesa, era stato visto (o rivisto, o revisionato ?) da qualcuno che cercava di difendere e giustificare la posizione di quest'ultima (inquisizione compresa).
La posizione "di parte" era così chiara che ci è sembrata anche anacronistica, dopo le scuse di Giovanni Paolo II e la sua revisione del processo a Galilei.

Ebbene sì! per un attimo (anche un po' di più di un attimo soltanto!) abbiamo messo in dubbio che quel sistema "democratico e anonimo" di alimentare una enciclopedia fosse la strada giusta. Che avessero ragione Google e la sua Knol?


In questi casi, tempo permettendo, non lasciamo lì il problema in attesa che si risolva da solo, ma cerchiamo di andare a fondo. Volevamo vedere come era nata e si era evoluta quella voce del nostro Wiki preferito.


Wikipedia non ha misteri.

Anche l'anonimato delle fonti, in realtà non è tale; manca solo la "pubblicizzazione evidente" dei vari autori che hanno contribuito alla stesura della voce di Wikipedia.
Si può sempre risalire, come vedremo, all'autore-propositore di ogni brano di testo (o almeno al suo indirizzo IP).
In cima ad ogni "voce" ci sono altri quattro "tag" che permettono di:

1) proporre la modifica di una pagina;
2) proporre l'aggiunta di un testo o immagine o altro;
3) vedere la cronologia delle modifiche/aggiunte e
4) - ultimo ma primo per importanza - vedere tutta la discussione sui vari temi-argomenti della voce stessa.


"Discussione", quindi! ... e lì abbiamo scoperto che non eravamo i soli a valutare la pagina come non-troppo-neutrale (ricordiamo a chi non lo sapesse che quella del "Punto di Vista Neutrale" - o NPOV - è uno dei principi cardine su cui si basa Wikipedia).

Abbiamo anche scoperto che una buona parte della voce era stata presa dal libro di Zichichi (scienziato e ferventissimo cattolico) "Galileo divin uomo" e ci siamo divertiti a leggere una parte della lunghissima discussione.


Niente da ridire, quindi, sulla democraticità del metodo Wikipedia e neppure sulla neutralità della voce. Almeno come obiettivo da raggiungere dopo adeguata discussione e ricordando sempre che "talvolta non è possibile avere una opinione unica".


Cinque sono i "pilastri" su cui si basa Wikipedia e che ce la rendono così simpatica:
1. Wikipedia è un'enciclopedia

2. Wikipedia ha un punto di vista neutrale
3. Wikipedia è libera

4. Wikipedia ha un codice di condotta

5. Wikipedia non ha regole fisse


Per ognuno di questi pilastri esiste una paginetta della stessa Wikipedia che ne descrive il significato. Vi consigliamo di darci un'occhiata.


Ecco come fare: Andate sulla pagina http://it.wikipedia.org/wiki/NPOV (quella che parla del Neutral Point of View) e lì, sulla destra, trovate la tabellina dei cinque pilastri di Wikipedia.
Ogni riga è un link alla relativa pagina. Il resto vien da sé.


Buona lettura!


P.S. « Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato. » - (Albert Einstein, lettera a Max Born del 4 dicembre 1926)

(dalla Newsletter CBT "nonsolobytes" N 18 - Gennaio-Febbraio 2008)



venerdì 25 gennaio 2008

Second Life. Una gabbia di matti ?


"Ho girato e rigirato, senza sapere dove andare ..."



Così Baglioni, nel '78, cantava il dolore e la solitudine di un abbandono.

Anche noi abbiamo girato e rigirato, senza sapere dove andare, per alcune settimane, nel "mondo" (tra virgolette e senza alcun aggettivo. Di proposito.) di Second Life.

Il sentimento, però, era diverso. Più simile, forse, a quello di Gulliver nei suoi viaggi fantastici: alla ricerca di qualcosa di non ben definito, della risposta a domande esistenziali tipo: "ma perché ci sono 45.000 persone collegate in questo momento?", e "quasi 5 milioni di residents?", "cosa cercano? soldi? libertà? sogni da realizzare?", "dove vogliono andare?", "ma hanno provato a guardare fuori dalla finestra invece che sul monitor?".

Eh, sì! venendo in ufficio, in questi giorni, tutto ci è sembrato più bello! Sarà forse per le meravigliose giornate primaverili, ma i prati, gli alberi rigogliosi, verdi, marroni (sì, ci sono anche gli alberi con le foglie rosso-ruggine) ci sono sembrati mille volte (un miliardo di volte!) più belli di quelli, pur opera pregevole di simulazione 3D, di Second Life.

A dire il vero il motivo per cui stiamo curiosando in Second Life (SL per gli amici) è di tipo professionale. Leggiamo sulle riviste bene informate che Gabetti ci si è buttata con impegno, Beppe Grillo nel suo spettacolo al Palalottomatica di Roma ha fatto vedere il suo Avatar (così si chiama il "duplex" che i residents di SL si creano per vivere questa doppia vita) ai piedi di un vulcano eruttante, IBM ci ha realizzato un immenso Executive Center. SUN microsystems c'è (elegante presenza), Toyota pure. Un architetto italiano di grido si vanta in un'intervista dei complimenti (internazionali!) che ha ricevuto per le sue realizzazioni ... virtuali in un mondo virtuale.

Vuoi vedere, ci siamo detti, che stiamo perdendo il treno? Noi - ingegneri - che del marketing abbiamo fatto la nostra professione, ci stiamo lasciando sfuggire l'opportunità di fare qualcosa di nuovo, esaltante, che rivoluzionerà il nostro lavoro nei prossimi anni?

Il dubbio, dopo due settimane di "giri e rigiri", c'è ancora. Però sta prendendo forma, giorno dopo giorno, la consapevolezza che FORSE non stiamo perdendo granché ... almeno nel breve periodo.

Lo "strumento" (ma sì! riportiamo questa "gabbia di matti" alla sua dimensione reale di "strumento per fare qualcosa") è ancora molto rozzo e poco performante: basta che ci siano una decina (o anche solo quattro o cinque) di Avatar nello stesso spazio che tutto diventa lento, a scatti e non definito, i crash sono frequenti(ssimi), i comportamenti anomali altrettanto, i formati gestiti (di immagini, video, ecc.) ancora troppo pochi. Streaming video di qualità non ne abbiamo ancora visti.
Insomma: rispetto al semplice Web le limitazioni sono troppe e troppo profonde.

Però sappiamo che la tecnologia "corre" e che quello che oggi non si può fare che a fatica ... domani sarà pane di tutti i giorni! ... quindi ... questo argomento, da solo, non basta a "liquidare" SL.

Una cosa che colpisce, girando e rigirando, è lo "spirito" degli Avatar che si incontrano. Molti sono proprio come noi: girano senza meta, cercando di capire quali vantaggi si possono trarre dal vivere quella seconda vita ... invece della prima!
"Come si fanno soldi da queste parti?" mi ha chiesto più di uno, incontrato per caso.
Proprio a noi!? proprio a noi lo chiedi? Sono due settimane che cerchiamo di capirlo!

Poi ti accorgi che invece ci sono altri che un "motivo" per vivere la seconda vita l'hanno trovato: quelli che vorrebbero sempre vivere mascherati perché non sono soddisfatti della loro prima vita o quelli che, maschietti, volevano nascere donna (o viceversa) ... sono riusciti a farlo in SL con grande facilità.

Anche quelli che volevano esprimere la loro creatività nel mondo della moda e dell'abbigliamento (a giudicare dalla pubblicità che trovi in giro, devono essere una legione!) hanno trovato la strada per creare modelli originali (virtuali) e venderli (incredibile! ci deve essere anche un sacco di gente che li compra!).

Lo stesso vale per i patiti delle realizzazioni (sempre virtuali) 3D: case, automobili, elicotteri, barche a vela e aeroplani (tutto rigorosamente "virtuale" si costruiscono (e vendono, immagino) in grande quantità.

Alcune "isole" sono delle realizzazioni fantastiche (nel senso di prodotto della fantasia) di incredibile fascino. Quando lo spirito artistico c'è, anche un mezzo come Second Life permette di esprimerlo.

Si narra poi che una certa signorina giapponese, in poco più di un anno, sia diventata milionaria in dollari comprando terreni (virtuali, ma con soldi veri), costruendoci sopra piacevoli costruzioni (solo virtuali stavolta) e rivendendo (o affittando) il tutto per Dollari assolutamente veri.

A sentire queste cose ... la voglia di "speculare" non possiamo nascondere che sia affiorata nel nostro animo.

Pare che il giro di affari (in Dollari veri, stavolta) su SL cresca a ritmi vertiginosi ed abbia già raggiunto cifre ragguardevoli (600.000 Dollari di prodotto interno lordo nel 2006?).
Ma, dopo Enron, Cirio, Parmalat e così via ... tutto quello che è di carta e non di mattoni suscita ormai la nostra diffidenza! Figuriamoci quello che non è "neppure di carta" ma di "bit"!

Si ha poi spesso la sensazione che, anche su SL, per fare soldi "facili" la strada (virtuale) sia quella che conosciamo! Gioco d'azzardo (con Dollari reali e senza alcuna garanzia che i tavoli da gioco non siano truccati), pornografia e (abbiamo raccolto "confessioni sconsolate" di giovani avatar femmina - almeno così sembrava - alla ricerca di onesti guadagni) prostituzione (virtuale! virtuale!). Dimenticavo: metteteci anche un bel pizzico di imbonitori para-religiosi, para-gnosti, para-sensitivi, para-normali, para...fate-voi!

Si dice che l'FBI abbia sguinzagliato Agenti-Avatar su SL per stroncare il crimine!
... Nihil novi ...

Secondo Philip Rosedale, creatore di Second Life, "è l’economia del gioco la rivoluzione che sta attirando numerose aziende".
Siamo sicuri che non sia invece "il gioco dell'economia" ad attirare gli operatori?

Neanche l'argomento economico, da solo, basta quindi - per noi almeno - a "promuovere" SL.

Anche i numeri lasciano qualche perplessità: 4 milioni e mezzo di residenti. Che vuol dire? Che il fenomeno, come tutte le "mode" suscita tanta curiosità. Ma poi? 1,7 milioni di residenti che si sono avventurati nella "seconda vita" negli ultimi 2 mesi non sono, poi tanti (in proporzione)! Si vede che il numero dei "delusi", per i motivi più vari e rispettabili, è alto! Il perché andrebbe analizzato meglio. Ma non da un ingegnere ... da uno psicologo!

Eccola! questa è la sola, vera, conclusione cui siamo riusciti ad arrivare finora! Il "fenomeno SL" non lo deve analizzare un ingegnere-informatico. E' roba da PSICHIATRI!

"Dura minga. Non può durare!" Dicevano Calindri e Volpi in un, ahimé antico, Carosello. ... ma non ne hanno mai azzeccata una! Quando le cose sono messe così ... ci possiamo ancora aspettare di tutto!

... E se, come preconizzava Matrix (il film), domani la tecnologia ci facesse vivere SOLO quella seconda vita? e la prima fosse solo appannaggio di una classe dominante.

Bah! roba da psicologi e psichiatri, ve lo dicevamo!

P.S. Volete sapere chi C'E', tra gli altri, su Second Life? Ecco qua!

(dalla Newsletter CBT "nonsolobytes" N 12 - maggio 2007)


Si chiamava CP67


... ovvero: VM Graffiti - l'evoluzione della virtualizzazione



Si chiamava CP67 - l'acronimo stava per "Control Program 67" ... e 1967 era l'anno di nascita. Era un "prototipo" non ancora commercializzato e qualche anno dopo IBM gli avrebbe cambiato nome e lo avrebbe chiamato VM 370 (Virtual Machine 370).

Al CNUCE di Pisa (il Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico voluto dall'allora rettore dell'ateneo pisano Alessandro Faedo) ce n'era una copia che IBM aveva consegnato - udite! udite! - completa del codice sorgente.

Allora sembrava un piccolo miracolo. Il Personal Computer avrebbe tardato ancora una decina di anni ad apparire sul mercato, ma già i ricercatori del CNUCE potevano utilizzare il loro terminale "stupido" (un 3270 a fosfori verdi) come se fosse stato un computer personale dedicato a ciascuno di loro. In realtà stavano usando una parte delle risorse di un grosso (e costoso) elaboratore.

La "flessibilità" che offriva era l'ideale per i ricercatori pisani ed anche i gestori del Centro di Calcolo gustavano i vantaggi di "separare" il computer (virtuale) di produzione da quello (sempre virtuale) di sviluppo e ricerca. C'era poi l'ulteriore vantaggio - non di poco conto - di far convivere, sulla stessa macchina, i due sistemi operativi della IBM - il DOS e l'OS - oltre ad uno speciale sistema operativo "condiviso" da tutte le piccole macchine virtuali dei ricercatori: il CMS (niente a che fare con l'acronimo, più recente, di Content Management System).


Qualche malalingua pisana, come al solito, sputava sentenze: "IBM ha tirato fuori un computer 10 volte più potente (il /370 così era, rispetto al /360) ed ha inventato il sistema (la memoria virtuale ed il Virtual Machine) per renderlo lento come il vecchio". Ma le cattiverie durarono poco: i vantaggi erano troppi.

Dopo alcuni anni IBM tentò di toglierlo di mezzo: c'erano già il DOS e l'OS ed un terzo sistema operativo, commercialmente, dava solo disturbo e assorbiva investimenti di sviluppo. La sollevazione degli utenti - soprattutto di quelli scientifici, ma non solo - fu terribile!

A IBM non restò che tornare sui suoi passi. La "Virtualizzazione" ERA una necessità!

E lo è ancora! ma per motivi diversi. "Suddividere" un grande elaboratore in tanti piccoli elaboratori virtuali aveva un senso chiaro fino agli anni 80, ma poi, dopo l'avvento del PC a che poteva servire un tale "ipervisore" (o super-supervisore)? Quale pazzo poteva pensare di "smembrare" in unità più piccole il già piccolo PC?

Venuta meno la necessità di far lavorare più utenti sulla stessa macchina, restava quella di far convivere sulla stessa macchina (sì. Anche un piccolo PC) più ambienti a tutti gli effetti separati e (prima con OS/2 e Win95, ma soprattutto - dopo - con l'affermarsi di Linux) sistemi operativi diversi. Non più, quindi, tanti utenti per una sola macchina ma tante - diverse - necessità per lo stesso utente.

Ma non basta! Con il proliferare dei server e l'aumentata complessità della relativa gestione nasce una nuova "necessità": "Consolidare" il parco dei server riducendo il numero delle unità "fisiche" senza ridurre quello delle unità "logiche" (con una transizione, quindi, praticamente indolore) e facilitarne la gestione con strumenti nuovi, in grado di aumentare la "versatilità" della server-farm, migliorare notevolmente la continuità operativa e creando un "pool" di server in grado di soddisfare le richieste dell'utenza senza preoccupazioni di come e dove le applicazioni gireranno (... tutto entro certi limiti, ovviamente!).

La "Virtualizzazione", ancora una volta, E' una necessità.

Oggi "Virtualizzare" è diventata una parola d'ordine e, questa è la nostra opinione, il successo crescente di Linux ed i nuovi strumenti gestionali offerti sono la causa principale di questo fenomeno.

Nel 1998, sull'idea di una tesi di laurea che realizzava su PC quello che il VM IBM faceva con i mainframe, nasceva VMware una giovane azienda che faceva leva proprio su quelle necessità cui abbiamo accennato sopra. L'acquisizione da parte di EMC (nel 2004) dà impulso allo sviluppo di nuove soluzioni di virtualizzazione, sempre meno legate al sistema operativo dominante (a voi indovinare quale!) e sempre dedicate alla realizzazione di piattaforme sicure e performanti multi-sistema operativo.

Insomma: la voglia di Linux cresce e così la voglia di sperimentare applicazioni "open" ... senza rinunciare al patrimonio di cultura (personale) Windows e fare pericolosi "salti nel vuoto".

Microsoft, d'altro canto, non sta a guardare e propone - forse un po' in ritardo a nostro avviso - una visione originale della "virtualizzazione" che mira (almeno così ci sembra) a relegarla allo "strato inferiore" di un sistema di applicazioni di gestione della server-farm e, ovviamente, a riportare il "centro" della questione ad un iper-Windows a 64 bit (e "solo" a 64 bit) in grado di controllare "sistemi client" Windows e Linux.

Entrambe queste "visioni" (parimenti rispettabili, sia chiaro) sono state bene illustrate - durante l'evento Cosmic Blue Team di Villa Torretta del 29 e 30 maggio - da Matteo Uva di VMware e da Manuel Maina di Microsoft con due interventi disponibili, in video e in PDF, sul portale CBT. Sono due interventi di circa 25 minuti, chiari ed interessanti e dimostrano l'attenzione che le due compagnie dedicano a questo argomento.

Il consiglio è, ovviamente, di vederli.

(dalla Newsletter CBT "nonsolobytes" N 14 - settembre 2007)




... io aspetto il "Monolito"


Monoliti, Internet ed il "Cervello Universale"



Ricordate il monolito nero di "2001: Odissea nello spazio" ? Mi è capitato spesso di pensare che, uno di questi giorni, quel monolito apparirà ad un gruppo "eletto" di umani.

Kubrick non ha mai dato una spiegazione del significato del suo film più famoso, anzi! "Ognuno deve sentirsi libero di speculare come crede - sono le sue parole - sul significato filosofico del film".

Lui aveva cercato, dice, "di creare un'esperienza visiva (anche uditiva! anche uditiva, accipicchia!), al di là della comprensione, che penetrasse con il suo contenuto emotivo direttamente nell'inconscio."

A chi scrive (allora studente universitiario. Era il '68) quel monolito era parso la rappresentazione fisica di qualcosa, al di là dello spazio e del tempo corrente, la cui apparizione era legata ad una "discontinuità" profonda della storia umana.

Che fosse una "Rappresentazione divina", o un simbolo di una "Civiltà estraterrestre superiore", o (e questa spiegazione mi affascinava particolarmente) la "Sezione" con il nostro mondo tridimensionale di un'entità inconoscibile della quarta dimensione, questo poco importava. L'importante era che, quando appariva, accadeva un "salto quantico" nella storia.

Appare alle scimmie ... e scocca la scintilla che fa loro scoprire l'utensile (un osso, ricordate?), che è anche l'arma che permette loro di dominare le altre specie. Appare di nuovo ad una spedizione lunare e l'uomo si trova proiettato, prima - con i mezzi dell'uomo - in un viaggio lunghissimo verso Giove e poi - attratti da una forza irresistibile di origine ignota - in un mondo fantastico dove il tempo umano non conta più (l'uomo che invecchia, muore e rinasce degli ultimi secondi del film).

Come dicevo, mi è capitato ultimamente di pensare che uno di questi giorni quel monolito apparirà ad un piccolo gruppo di uomini e, quello che si prepara da tempo con i mezzi dell'uomo, si compirà, in maniera rapida e improvvisa, come una rivoluzione che cambierà la vita di tutti.

No. Non credo di essere impazzito. Sono certo che non ci sarà nessuno sfondo musicale tipo "Così parlò Zaratustra" o "Il bel Danubio blu" ... eppure ... eppure ... Avete mai riflettuto sulla velocità con cui stanno crescendo le relazioni tra gli esseri umani? E come queste stiano coinvolgendo tutti i sensi disponibili (quello del gusto è un po' lontano ... ma già si parla da tempo della televisione che profuma!).

All'inizio l'uomo ha iniziato a comunicare con il "vicino di caverna" con suoni gutturali e gesti. Sono passati millenni prima che la comunicazione tra popoli lontani e generazioni diverse diventasse possibile (e affidabile) con la scrittura e i servizi postali. Qualche altro millennio e quella comunicazione diventò "istantanea" con il telegrafo e l'alfabeto morse. Qualche decennio ancora e la voce (i moderni suoni gutturali) trovò il suo canale trasmissivo nel telefono.

Qualche anno dopo anche le grandi distanze vennero superate con la radio di Marconi e la televisione: Comunicazione "istantanea, di massa e senza limiti", ma ancora "difficile e costosa da mettere in atto".

Oggi, ogni anno (ma che dico: ogni due mesi!) si apre un canale comunicativo nuovo: voce, immagini, dati, passano da un umano all'altro (dai 10 anni in sù!) senza difficoltà e a basso costo. E Internet fornisce il mezzo per trasmettere e, soprattutto, per "conservare": per gli altri e per le prossime generazioni.

Le esperienze di ognuno aumentano in maniera esponenziale e vengono messe in comune. Repository di informazioni si formano e si arricchiscono con tecnologie Wiki a disposizione di tutti. L'Umanità diventa, ogni giorno di più, un'unica grande entità: un unico ... "Cervello Universale" in cui ognuno di noi è un "neurone" ed i nostri mezzi comunicativi (PC, telefonini, palmari, reti, WiMAX, ...) sono le "sinapsi" che ci collegano e che, di fatto, rappresentano quel cervello.

Purtroppo in questo cervello che sta nascendo sono ancora troppi i "conflitti interiori". Gli uomini-neuroni sono troppo diversi, hanno abitudini diverse e fanno ancora la guerra tra loro. E' un cervello pazzo (oggi) e psichiatri all'orizzonte non se ne vedono.

Cosa succederà adesso non lo so ... ma mi aspetto l'apparizione del "monolito"!

(dalla Newsletter CBT "nonsolobytes" N 16 - novembre 2007)





giovedì 24 gennaio 2008

Nasce Knol, la nuova enciclopedia online di Google


Una sfida a Wikipedia?

Lotta titanica tra il profitto (e la fama) e il “volontariato” (anonimo).


Quando, quattro giorni fa, abbiamo letto sul blog ufficiale di Google l’annuncio di “Knol” ci è sembrato impossibile. Forse avevamo letto male! Non poteva venire consumato un così evidente reato di lesa maestà nei confronti di Wikipedia.

Ma che vogliono, questi di Google? – ci siamo chiesti -. Creare confusione dove finalmente un manipolo di eroi volontari, regolati da altri eroi super-volontari, era riuscito a mettere ordine costituendo la più bella, democratica, completa, economica, Enciclopedia (maiuscola d'obbligo) del mondo?

Il valore di Wikipedia, a nostro modesto avviso, è straordinario.

Mentre il secondo principio della termodinamica spinge tutto l’universo verso uno stato di caos e confusione (entropia, per i più raffinati) … e il mercato sembra fare lo stesso, il “mondo di Internet”, senza altro motivo che quello di contribuire alla conoscenza universale (almeno in prima approssimazione ... abbiamo l’obbligo di essere prudenti) rimette ordine nel "sapere" creando un repository di informazioni preziosissimo, a disposizione di tutti … al costo di NIENTE!

Dovevamo capirne di più. Abbiamo letto i commenti interessanti di blogghettari (blogghisti? Bloggoni? Boh!?) di vaglia (De Biase, Mantellini, Bichiri e altri) e ci abbiamo ragionato sopra un po’ per capire dove Google ci avrebbe portati.

La guerra è “stellare”. Non un’enciclopedia contro un’altra, ma … il denaro e la fama contro la cooperazione anonima ( … la solidarietà? … l’amore? … la fratellanza universale? fate voi!).

Google offre spazio (disco) per tutti quelli che vorranno scrivere qualcosa (di qualunque genere); l’evidenza dell’autore dell’articolo (la fama); la possibilità di inserire pubblicità e ricavarne un profitto (il denaro). La possibilità di “commentare” (solo se l’autore lo vorrà, sembra) l’articolo di un altro.

Promette “nessuna censura” se non quella della selezione naturale che deriva dal “ranking” che Google farà (con l’abilità che dobbiamo riconoscergli) quando proporrà i risultati della ricerca al popolo a caccia di informazioni.

L’obiettivo di Google è dichiarato: quando un mortale ha necessità di ottenere informazioni su un qualsiasi argomento, dovrebbe volere – prima di tutto – cercare su Google “Knol”. E poi – ma solo “poi” – eventualmente andare a cercare su Wikipedia, sull’Enciclopedia Britannica e su altre fonti.

Ci riuscirà? Riuscirà la forza del denaro e della fama (promessa) a rendere Knol più autorevole e desiderata di Wikipedia? Attirerà autori fidati più del Wiki più famoso al mondo? Riuscirà a tenere lontani i ciarlatani?

A noi il "sorpasso" dispiacerebbe, non possiamo negarlo ... ma non si può andare contro l’avanzare inarrestabile della storia (che bella frase pomposa! - Bleah!).

Almeno un paio di problemi ci sono. Secondo il “modello” Knol, gli autori, su uno stesso tema, potranno essere molti (e perché non troppi?) e l’ordine in cui saranno proposti in una ricerca sarà quello scelto da Google.

Non vogliamo dire che ci potranno essere "molle" a spingere verso una "selezione interessata" (anche se il dubbio rimane … e fondato, visto lo spirito con cui nasce il progetto), ma che chi effettua la ricerca dovrà “fidarsi” di questa selezione ed avrà, quanto meno, il dubbio di aver selezionato bene – fra tante – la fonte giusta. A proposito: in quella pagina di risultati della ricerca ... non è che i ciarlatani finiranno ai primi posti?

Con Wikipedia questo “dubbio” non c’è. Ci si fida dei volontari autori-eroi e dei super-volontari controllori perché non ci sono motivazioni (si spera) diversi da quello di contribuire al sapere universale.

Ma c'è un vantaggio ancora maggiore con Wikipedia: la certezza di aver letto "tutto" quello che ci è stato scritto. Senza ridondanze e magari con l'avviso che "si attendono altri contributi" e che quindi si consiglia di cercare qualcos'altro anche altrove.

Onesto, chiaro e certo. Certezza che certo non si ha con una ricerca nel "minestrone" di contributi di Knol. Almeno secondo quanto dichiarato da Google.

Cosa preferirà il popolo di Internet? La possibilità di scegliere tra varie fonti (con il dubbio di aver fatto la scelta sbagliata e di non aver trovato tutto quello che c'è su quell'argomento) o la tranquillità di fidarsi di scelte altrui (disinteressate, si spera)?

Un po’ l’uno e un po’ l’altro secondo noi. Chi vincerà? Boh?! Vedremo.

(dalla Newsletter CBT "nonsolobytes" N 16 bis - dicembre 2007)