domenica 12 aprile 2009

Due "chicche" da mostrare agli amici ...


Due chicche da mostrare agli amici.


Un video di "incredibile fascino" e ...
una stampante a getto ... di caffé!

Spigolando per internet si trovano cose incredibili: talvolta di impagabile bellezza, talvolta strane, talvolta così affascinanti da non poter fare a meno di mostrarle agli amici.

Ve ne proponiamo due. Anche perché la prima "chicca" richiede di visualizzare un video di circa 20 Mega (quasi 4 minuti di mpeg 4) e quindi una connessione almeno decentemente veloce.

La seconda è certamente per tutti. Partiamo quindi da questa: la stampante "ecologica" a getto ... di caffé (o di tè, se preferite).

"Non servono inchiostro né elettricità: per stampare bastano i fondi del caffé e olio di gomito" esordisce la newsletter di Zeus News dell'otto febbraio scorso.
Le stampanti inquinano: toner e inchiostri non sono proprio materiali eco-compatibili, e poi c'è da considerare la corrente necessaria per stampare anche solo poche pagine.
Invece, i fondi di caffé e l'olio di gomito sono decisamente più economici ed ecologici.

La Riti Coffee Printer è una stampante che, per riprodurre su carta testi e immagini usa i fondi di caffé avanzati (ma va bene anche il té) e non ha bisogno di essere collegata alla presa elettrica: la "testina di stampa" deve essere spostata a mano dall'utente stesso, avanti e indietro, fino a che il lavoro non è completo.
Quando abbiamo letto questa notizia, lo confessiamo, abbiamo pensato alla solita bufala; alla boutade di qualche bontempone.Poi abbiamo trovato un link che ci ha fatto scoprire che a New York il 27 Febbraio prossimo si premieranno i dieci migliori "oggetti verdi" (green gadgets) progettati e proposti a questa competizione ecologica. E la stampante a getto di caffé è lì, tra le 50 nomination, in attesa di essere votata e scelta da voi.

A dire il vero un dubbio ci è rimasto. Secondo noi la stampante gusto-caffé NON è un "prodotto" ma solo un "progetto". Sicuramente (mah?!?) abbastanza dettagliato e realizzabile ... ma non ancora realizzato. Ci chiediamo se ne esista almeno un prototipo. Le immagini che vi proponiamo e che abbiamo scaricato dal sito di "Green Gadgets", sembrano tanto dei buoni "rendering" di un software grafico piuttosto che delle vere foto.

Comunque un giro su quel sito ( partendo da qui) ve lo consigliamo, se avete un po' di tempo per rilassarvi, per dare un'occhiata alla stampante e alle altre "idee verdi" che competono in quella gara. Alcune davvero interessanti.

E ora invece ... passiamo all'arte! 

h sì! è proprio un'opera d'arte, a nostro avviso, questa animazione realizzata, nel 2006 alla MFA Computer Art, School of Visual Arts di New York, da Goo-Shun Wang.

Il titolo “Hallucii” già vi fa pensare a qualcosa che metterà in dubbio la capacità del nostro cervello di comprendere tutto quello che i nostri occhi vedono.

Se da bambini vi è piaciuto "Alice nel paese delle meraviglie (e ancora aspettate di ... incontrare il Bianconiglio?), se oggi vi piacciono gli oggetti "impossibili", le stampe e i disegni di Escher, se avete letto (e vi è piaciuto) "La Biblioteca di Babele"(*) di Borges e siete rimasti affascinati dai disegni frattali e dai fenomeni scale-independent ... allora ...

... allora questa animazione fa proprio per voi. E' un concentrato di ricorsività, frattalità, infinità, impossibilità, autoreferenzialità e tanti altri "...ità" da far impazzire un saggio.

Se talvolta vi capita di aver bisogno ... di un ansiolitico, beh! prendetene uno e godetevi questa
versione "YouTube".

Ah! una raccomandazione: guardatela fino all'ultimo fotogramma. L'animazione finisce lì!

(*) La Biblioteca di Babele - L'universo (che altri chiama la Biblioteca) si compone d'un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali, con vasti pozzi di ventilazione nel mezzo, bordati di basse ringhiere. Da qualsiasi esagono si vedono i piani superiori e inferiori, interminabilmente. La distribuzione degli oggetti nelle gallerie è invariabile. Venticinque vasti scaffali, in ragione di cinque per lato, coprono tutti i lati meno uno; la loro altezza, che è quella stessa di ciascun piano, non supera di molto quella d'una biblioteca normale. Il lato libero dà su un angusto corridoio che porta a un'altra galleria, identica alla prima e a tutte.
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(Jorge Luis Borges - 1941)


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